Ho incontrato Oreste Cavuto in un tiepido pomeriggio primaverile, su Skype.
Con piacevolezza abbiamo scambiato qualche parola e con esse il desiderio di sentirci dentro un dinamismo che abbia negli occhi e nel cuore quel concetto di consapevolezza su cui tanto ci interroghiamo.
In un fuori onda caldo e quasi confidenziale Oreste afferma:
“Anche i più grandi campioni sono fragili, perché sono uomini”.
In questa affermazione passa tanta vita.
La vita di chi si dedica anima e corpo, psiche e soma, al proprio sogno.
La vita di chi sa di dover sbagliare molto prima di colpire il pallone nel modo preciso che agogna.
La vita dei giovani -lo si capisce da un passaggio nella nostra intervista- che per i motivi più diversi si fermano prima.
Prima della vetta.
Per paura o perché il sistema non li ha aiutati.
“A loro dico di prendere per mano quella paura” ed è per loro il sogno di un futuro migliore.
Ecco, il gesto di prendere per mano la nostra paura oggi ci accomuna tutti.
Buon ascolto di questo abruzzese. Gentile. Forte. Sognatore.
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