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Una lettura psicologica della finale di Supercoppa Italiana 2025
La finale della Supercoppa Italiana 2025 tra Milan e Inter è stata un esempio illuminante di come fattori psicologici e dinamiche di gruppo possano influenzare il risultato di una competizione ad alto livello. La rimonta del Milan, vincitore per 3-2 dopo un iniziale svantaggio di 0-2, è un caso da manuale per comprendere l’interazione tra aspettative, gestione dello stress e adattabilità cognitiva.
La pressione della favorita: un fenomeno sistemico
L’Inter è scesa in campo con il peso di essere favorita, una condizione che, secondo studi sulla performance anxiety (ansia da prestazione), amplifica il carico cognitivo e riduce la capacità di adattamento. Questo effetto è spiegato dalla choking under pressure theory (teoria del collasso sotto pressione), che evidenzia come l’aumento delle aspettative possa interferire con l’efficienza delle funzioni esecutive, riducendo l’attenzione selettiva e la capacità decisionale.
Nel secondo tempo, l’Inter ha adottato un atteggiamento conservativo, un fenomeno noto come loss aversion bias (pregiudizio dell’avversione alla perdita). Questa reazione si basa sulla tendenza psicologica a proteggere un risultato già acquisito, a scapito della flessibilità tattica e dell’aggressività, aumentando la vulnerabilità agli attacchi avversari.
L’adattabilità psicologica del Milan
Il Milan ha dimostrato un’elevata capacità di adattamento, nota come psychological flexibility (flessibilità psicologica), che indica la capacità di riorganizzare pensieri e comportamenti in risposta a cambiamenti e sfide. Il discorso motivazionale attribuito a Ibrahimovic negli spogliatoi può aver stimolato il senso di autoefficacia collettiva (collective efficacy) e un senso di fiducia condivisa di un gruppo nella propria capacità di raggiungere obiettivi comuni, in cui la responsabilità individuale è in dialogo con quella dell’intero collettivo.
Il recupero, pertanto, è spiegabile attraverso la momentum theory (teoria del momentum), che descrive il modo in cui successi incrementali, come segnare un gol, generano un’inerzia positiva che rafforza la motivazione e la performance. I giocatori del Milan hanno sfruttato ogni evento a proprio favore, costruendo una narrativa psicologica di riscatto che ha orientato le loro azioni.
Perché le favorite perdono? Una prospettiva multidimensionale
La sconfitta delle squadre favorite non è solo il risultato della pressione psicologica, ma anche di dinamiche più ampie:
- Effetto underdog (sfavorito): Le squadre percepite come sfavorite tendono a giocare senza il peso delle aspettative, concentrandosi sul compito immediato e sfruttando la flessibilità tattica.
- Overconfidence bias (pregiudizio di eccessiva sicurezza): Le favorite, soprattutto in vantaggio, possono sottovalutare l’avversario o assumere atteggiamenti di rilassamento cognitivo.
- Strategie di rischio calcolato: Le squadre sfavorite si assumono rischi maggiori per ribaltare la situazione, approfittando della minore pressione sul risultato finale.
Lezioni per la psicologia dello sport
La partita sottolinea l’importanza di lavorare su competenze psicologiche chiave, come la gestione dell’ansia, la capacità di mantenere l’attenzione focalizzata anche in situazioni di vantaggio e l’abilità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti. Per gli psicologi dello sport, rafforzare la flessibilità psicologica e sviluppare programmi mirati al rafforzamento della coesione e dell’auto-efficacia collettiva può fare la differenza nei contesti competitivi.
La finale di Supercoppa Italiana 2025 non è stata solo una straordinaria performance atletica, ma un affascinante caso studio di come la mente possa decidere il risultato di una partita, dimostrando che il successo non dipende solo dalla tecnica, ma anche da sofisticati processi psicologici e interpersonali.
Questa riflessione psicologica legata alla partita può essere estesa a molti ambiti della vita, specialmente a come ci educhiamo ed educhiamo gli altri nel gestire successi, aspettative e insuccessi.
Educarsi ed educare a non sentirsi “favoriti”
L’idea di non sentirsi favoriti ci spinge a vivere ogni situazione come unica e irripetibile. Questo approccio riduce la pressione del dover vincere a tutti i costi, favorendo un atteggiamento più aperto e orientato al processo piuttosto che al risultato. In psicologia , questo concetto si lega alla promozione di una mentalità di crescita (growth mindset), che incoraggia a vedere le sfide come opportunità di apprendimento piuttosto che come giudizi definitivi sul proprio valore.
La narrazione delle risorse e dei limiti
Narrare le proprie risorse e i propri limiti è un modo per restare ancorati alla realtà, senza cadere nella trappola delle aspettative irrealistiche. Questa narrazione permette di trovare un equilibrio tra ambizione e accettazione, evitando che il risultato diventi un “obbligo morale”. Applicato al contesto sportivo e educativo, significa aiutare bambini e ragazzi a scoprire il loro potenziale senza paura di sbagliare, stimolando l’esplorazione creativa e la bellezza dell’impegno.
Genitori sugli spalti: un ruolo chiave
I genitori che assistono a una partita spesso si concentrano esclusivamente sul risultato, dimenticando che il divertimento è la chiave per permettere ai figli di esprimere liberamente il proprio talento. Il loro sostegno incondizionato dovrebbe concentrarsi sulla bellezza del gioco, anziché sul risultato finale. Questo atteggiamento favorisce un ambiente in cui il bambino, o l’adolescente, può vivere lo sport come una forma di espressione creativa, riducendo ansia e pressione.
La bellezza di un gesto sportivo, che sia un passaggio, un tiro o una corsa verso la meta, incanta e libera non solo chi lo compie, ma anche chi lo osserva. Ed è proprio in questa bellezza che si ritrovano i valori dello sport: la connessione con sé stessi e con gli altri, l’apprendimento continuo e la capacità di trasformare ogni partita, ogni sfida, in un’opportunità di crescita personale.
Ciao, mi chiamo Francesca di Sipio e sono l'ideatrice di questo portale web. Sono una psicologa clinica, psicoterapeuta, analista-transazionale ad approccio integrato, psicologa dello sport. Il mio studio è sul territorio di Chieti-Pescara. Mi trovi sui social, sulla mail ma soprattutto al 3477504713

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