Negli ultimi anni, termini come sindrome dell’impostore e senso di colpa sono diventati sempre più ricorrenti nei discorsi relativi alla generazione dei Millennials (nati tra il 1981 e il 1996). Questa generazione, cresciuta in un contesto di rapide trasformazioni tecnologiche, economiche e culturali, si trova spesso a confrontarsi con un senso di inadeguatezza e un bisogno incessante di dimostrare il proprio valore.
La sindrome dell’impostore è un fenomeno psicologico in cui una persona dubita costantemente delle proprie capacità e vive nel timore di essere “scoperta” come incompetente, nonostante i successi ottenuti. Studi psicologici suggeriscono che questa sindrome colpisca in modo trasversale generi e professioni, ma sembra essere particolarmente diffusa tra i Millennials.
Ecco fattori pricipali che possono la determinano:
- Figli del Precariato: questa generazione si è affacciata al mondo del lavoro durante crisi economiche globali, con una precarietà diffusa e una forte competizione. L’instabilità finanziaria può rendere più difficile consolidare un senso di sicurezza professionale.
- Pressioni Sociali e Culturali: i Millennials sono cresciuti in un’era dominata dai social media, che amplificano la percezione del successo altrui e creano standard irrealistici di perfezione. Nel mondo patinato dei feed si è continuamente esposti ai traguardi degli altri, alimentando il confronto e la sensazione di non essere mai “abbastanza”.
- Educazione e Sovrainvestimento: una generazione spinta dai genitori e dalla società a eccellere in tutto, con un’enfasi su titoli accademici e obiettivi ambiziosi. Questo ha creato una pressione cronica, portando molti a interiorizzare un’idea distorta del fallimento.
La convinzione di non meritare i propri successi può amplificare il senso di colpa, generando un circolo vizioso. Ad esempio, un giovane professionista può sentirsi in colpa per aver raggiunto una posizione lavorativa prestigiosa, ritenendo di non essere all’altezza e attribuendo i propri successi a fattori esterni piuttosto che alle proprie capacità (Locus of Control esterno).
Allo stesso tempo, il senso di colpa può alimentare la sindrome dell’impostore, spingendo le persone a credere che non stanno facendo abbastanza o che non meritano le opportunità ricevute. Questo circolo vizioso può portare a un elevato livello di stress, ansia e burnout.
A livello psicologico, la combinazione di sindrome dell’impostore e senso di colpa può avere conseguenze significative sul benessere mentale. I Millennials sono una generazione che, più delle altre precedenti, si rivolge alla terapia o ad altri strumenti di auto-aiuto per affrontare questi problemi. Tuttavia, è necessario un approccio più ampio, che includa interventi sociali, come la promozione di ambienti lavorativi più inclusivi e il ridimensionamento delle aspettative culturali irrealistiche.
Un cambiamento culturale possibile è quello che pone al centro l’autenticità e la capacità di fronteggiamento. Questo implica:
- Educazione Emotiva: insegnare a riconoscere e gestire le emozioni, comprese le paure.
- Normalizzazione dell’Imperfezione: ridimensionare le aspettative irrealistiche di perfezione attraverso modelli culturali che pongano ad esempio l’errore come fase naturale dell’apprendimento e il fallimento come momento possibile di un percorso.
- Ridimensionare il concetto di meritocrazia: superare il concetto che un successo deve essere meritato, perchè alla base della realizzazione di un obiettivo ci sono fattori complessi che interagiscono di carattere personologico, sociale, culturale e anche, dal mio punto di vista, legati ad una casualità in cui timing e contesto possono sorreggere o scoraggiare un successo.
- Creazione di Reti di Supporto: promuovere il dialogo aperto e il sostegno reciproco, sia nelle relazioni personali che negli ambienti di lavoro.
Percorsi possibili e per molti di noi già in essere.
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