Nel celebre Libro “A che gioco giochiamo?” (E. Berne, 1964), l’autore illustra in modo immediato e geniale una parte fondamentale della sua teoria, l’Analisi Transazionale.
In modo particolare egli descrive come l’uomo sia animato nella sua sopravvivenza da una “fame“, importante almeno quanto quella fisiologica, che porta il neonato a piangere e urlare perché vuole il latte, essa ha tre forme:
- fame di stimoli (bisogno di essere stimolato cognitivamente, emotivamente e a muoversi nel mondo come agente attivo);
- fame di struttura (la reiterazione degli stimoli con il caregiver permette al bambino di crearsi un modello delle relazioni che lo orienterà per tutta la vita);
- fame di riconoscimento sociale (ad esso fanno riferimento gli otto bisogni relazionali).
Questi tre appetiti riguardano il senso del Sè e investono tutto l’arco di vita di noi umani, in modi differenti.
I bisogni relazionali sono stati individuati scientificamente da Erskine a partire dalla “domanda” più o meno esplicita che portano i pazienti nella terapia.
Essi erano riconducibili a 8 grandi aree che si influenzano reciprocamente.
- Bisogno di sicurezza: riguarda la necessità di sentire la mia incolumità fisica e psicologica siano tutelate e garantite.
- Bisogno di condivisione e reciprocità: riguarda la mia necessità di fare esperienza del fatto che il mio vissuto non solo può essere comunicato, ma può essere compreso dall’altro.
- Bisogno di validazione e valorizzazione: riguarda la mia necessità che l’altro mi rimandi la mia okness, che ciò che provo, penso, faccio ha valore, va bene e che con essi vado bene io;
- Bisogno di dipendenza e accettazione: riguarda la mia necessità di potermi fidare ed affidare, sedermi in braccio all’altro con autenticità e serenità.
- Bisogno di ricevere l’iniziativa: riguarda la mia necessità che l’altro inizi il contatto relazionale, che sia proprio lui il primo a farlo.
- Bisogno di avere impatto sull’altro: riguarda la mia necessità di sapere che quello che esprimo non solo arriva all’altro, ma produce in lui una modificazione in lui.
- Bisogno di autodefinirsi: riguarda la mia necessità di potermi esprimere in ciò che sono, faccio e penso senza che questo costituisca una rottura nel legame con l’altro.
- Bisogno di esprimere amore: riguarda la mia necessità di poter manifestare il bene, di desiderio di bene, l’affetto, l’affinità per l’altro.
E a te quale di questi bisogni risuona di più? In quale ti senti più a tuo agio? Qual è quello che fai più fatica ad esprimere?
Buona riflessione!
Pingback: Volevi solo soldi ??? – psicoterapia-chieti-pescara.it