Quando si parla di infertilità per una coppia, in senso psicologico, si accede a quel complesso universo dell’elaborazione del lutto.
Perchè di questo si tratta: di elaborare e celebrare un processo legato al lutto. Il lutto per il bambino che non arriva, quello per la propria genitorialità , quello legato al proprio desiderio e alla propria identità, quello legato agli aspetti sociali e a quelli legati alla sessualità.
Fasi di elaborazione del lutto di secondo Elisabeth Kübler Ross sono 5: negazione, rabbia, contrattazione, tristezza, accettazione.
1- La negazione è quella fase di vita in cui, il problema non viene processato.
Ad esempio in questa fase la coppia potrebbe avere un grande investimento all’esterno: carriera, viaggi, amici, ecc.
Allo stesso tempo in dinamiche più o meno implicite potrebbe evitare l’intimità e l’argomento.
Le coppie che si cristallizzano in questa fase lasciano trascorrere gli anni e non intraprendono nessun tipo di elaborazione o di percorso.
2- La rabbia: quando invece la coppia ha le risorse interne (ed esterne) per riconoscere la difficoltà, la prima emozione generalmente è la rabbia.
Rabbia verso se stessi, rabbia verso il partner, rabbia verso gli altri, rabbia verso Dio, la società, la vita.
Le coppie che si cristallizzano in questa fase restano arrabbiate tutta la vita e con la rabbia sopraggiunge la solitudine. Se questa rabbia è diretta vero il partner la coppia nel migliore dei casi esplode e nel peggiore tra i due persisterà un gioco psicologico massacrante.
3- La contrattazione: è quella fase in cui la coppia prende la rabbia e decide di farci qualcosa, la accoglie, prende atto del problema e si convince che un senso o una soluzione si possano trovare.
“Scendiamo a patti con la terra però è la stessa dolce guerra”.
La direzione della ricerca della soluzione varia a seconda delle storie, dei valori e delle decisioni di vita sia individuali sia di coppia.
Chi si cristallizza in questa fase è meno arrabbiato ma resta dentro l’empasse del “potrei ma non voglio”.
4- La tristezza è una fase molto delicata perché la consapevolezza che nasce nella contrattazione genera la possibilità di guardare la mancanza, la ferita, la stanza senza culla, il vuoto, l’impotenza.
Alcune persone per la prima volta si trovano davanti ad un grande NO della vita.
Le coppie che si cristallizzano in questa fase possono mantenersi in una posizione depressiva tutta la vita con grande disinvestimento rispetto alla stessa.
5- L’accettazione o, come a me piace di più, parlerei di accoglienza ma forse l’accoglienza sta proprio alla fine di questo percorso.
Questa è la fase in cui la tristezza anche è stata contenuta e elaborata e in cui la coppia sceglie di guardare la propria condizione con accettazione e una piccola (o grande) speranza.
É la fase delle soluzioni.
Tuttavia la coppia che si cristallizza in questa fase potrebbe rischiare di vivere in un senso falsato di quel costrutto che chiamiamo resilienza in cui la fragilità deve necessariamente essere superata.
Invece così non è, non sempre. La fragilità resta tale, l’infertilità rimane e altri tipi di genitorialità cui la coppia si può aprire come l’affido, l’adozione o, quando possibile la fecondazione non tolgono l’infertilità, ma segnano la differenza con quel concetto più ampio e profondo chiamato fecondità.
“Certo ci fu qualche tempesta
anni d’amore alla follia.
Mille volte tu dicesti basta.
Mille volte io me ne andai via.
Ed ogni mobile ricorda, in questa stanza senza culla,
i lampi dei vecchi contrasti
non c’era più una cosa giusta, avevi perso il tuo calore
ed io la febbre di conquista.”
– La canzone dei vecchi amanti
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