Il gioco dell’alfabeto: uno strumento per raccontarsi
In terapia con bambini e adolescenti, l’autonarrazione è uno strumento potente per favorire la consapevolezza di sé e promuovere il cambiamento. Tra i vari giochi che propongo, uno dei più efficaci e creativi è quello dell’alfabeto delle caratteristiche personali.
L’attività è semplice: per ogni lettera dell’alfabeto, il paziente sceglie una parola che lo rappresenti. Questo esercizio, apparentemente leggero, è in realtà un viaggio profondo nel proprio mondo interiore, uno spazio in cui ogni lettera diventa un’opportunità per esplorare, raccontare e riflettere.
Il potere del racconto personale
Scrivere un alfabeto di sé stessi significa fermarsi a pensare: “Chi sono io? Quali parole mi rappresentano davvero?”. Questo esercizio permette ai bambini e ai ragazzi di:
- Identificare tratti positivi e negativi della propria personalità.
- Riflettere sulle emozioni e sui comportamenti.
- Sentirsi visti e accolti, sia dal terapeuta che da loro stessi.
Ad esempio, Federica (nome di fantasia), una mia paziente, ha voluto giocare anche con il mio nome. Si è soffermata a lungo sulla parola “empatia”, spiegandomi cosa significasse per lei. In quel momento non stava solo descrivendo un concetto astratto, ma stava raccontando la sua esperienza: stava imparando a sviluppare empatia per gli altri e, al tempo stesso, per sé stessa.
Il senso terapeutico dell’alfabeto
L’alfabeto non è solo un gioco: è uno strumento che invita il paziente a raccontarsi e, nel farlo, a scoprirsi. E questa scoperta non è fine a sé stessa. Quando ci raccontiamo, ci conosciamo meglio; quando ci conosciamo meglio, possiamo cambiare; e quando cambiamo, sentiamo ancora il bisogno di raccontarci, in un ciclo continuo di crescita e trasformazione.
Conclusione
L’alfabeto delle caratteristiche personali è una chiave per aprire porte spesso chiuse dentro di noi. È un gioco che fa emergere aspetti nascosti, che permette ai bambini e ai ragazzi di conoscersi e di guardarsi con occhi nuovi, accompagnati dalla guida e dal sostegno del terapeuta.
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