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Il ruolo della favola

Educazione

Il ruolo della favola

La favola offre infinite possibilità di aperture di senso

Cos’è un favola?

“La fiaba è pronta per darci una mano a immaginare il futuro che altri vorrebbero semplicemente farci subire.”

Gianni Rodari

Essa è una narrazione semplificata ma dalla fruizione e funzione complessa, in cui la caratterizzazione del personaggio permette l’identificazione in esso e la possibilità di attribuire qualità in modo diretto.

Prima di integrare concetti come il bene e il male e di rappresentarci la realtà come complessa, abbiamo bisogno di conoscerne meglio la natura. Pertanto il passaggio educativo è quello di dividere per poi integrare.

Nel suo intervento “Pro e contro la fiaba” del 1970, Rodari  ravvede nella fiaba un particolare valore educativo rivolto alle giovani generazioni: quello di mediazione fra la cultura degli adulti  e la cultura dell’infanzia.

Sempre in questo scritto ricorda che la fruizione di una fiaba, è un’esperienza d’infanzia complessa, soprattutto. Per lo stesso l’utilizzo della favola ha diverse funzioni:

  1. rinsalda il rapporto genitore-figlio, creando uno spazio di grande intimità e di condivisione;
  2. predispone il piccolo lettore ad un felice incontro con la lingua materna: sente e riconosce vocaboli, strutture, meccanismi linguistici comprende in modo giocoso e accattivante il lessico e la sintassi.
  3. sollecita nel bambino percorsi di identificazione, intendendo con questo termine la possibilità di percepirsi “come diverso dagli altri, di riconoscere nelle persone diverse destini diversi”;
  4. la presenza del magico e del meraviglioso permette al bambino di mettere in movimento e di confrontarsi con una facoltà indispensabile allo sviluppo morale e intellettuale dell’uomo intero: l’immaginazione.

Grazie alla fiaba, il bambino e l’adulto che gli siede accanto imparano ad immaginare e creare mondi diversi e migliori di quello in cui gli è toccato di vivere, “la fiaba parla al bambino creatore e in cui il bambino, manipolando gli elementi in un processo di co-creazione e rimaneggiamento della favola, può sentirsi agente attivo della realtà1.

Infatti le fiabe magiche risultano tutte – e in tutte le versioni – composte di un certo numero di elementi fissi (o temi, o motivi, o “funzioni”) che resistono a tutte le variazioni, e dispongono le loro figure intorno a uno schema che l’analisi e la statistica permettono di riconoscere:

1- un’inizio in cui un ordine o un divieto sono violati;

2- l’eroe affronta prove rischiose, contro nemici dotati di poteri straordinari, aiutato da esseri altrettanto straordinari che pongono a sua disposizione oggetti fatati;

3- può morire (ma allora rinasce) o più semplicemente scomparire per un certo periodo;

4- alla fine ritorna (qualche volta sotto falso nome, trionfa dei suoi nemici2.

Nella terapia, per esempio, scopriamo, attraverso la ricerca della favola preferita, come il bambino costruisce il proprio copione di vita.

Infatti il copione: “Una narrazione esplicativa che fornisce significato al passato, procura un piano per risolvere i problemi del presente, e offre previsioni sul futuro” (Newton, 2006, . Trad.d.A.).

Possiamo, pertanto, rintracciare dalla favola inventata dal bambino elementi del copione come: posizioni esistenziali, spinte, ordini, ingiunzioni, ruoli, giochi, sentimenti ricatto, punti di forza.

Nello spazio terapeutico favole, miti e storie possono essere inventate dal bambino, lette dal terapeuta o co-costruite insieme.

Le favole narrate al bambino, per esempio, sono un modo per dire le cose, possono essere uno strumento di illustrazione dal valore psico-educativo e terapeutico profondissimo.

Le favole inventate dal bambino rappresentano la possibilità di trovare nuove soluzioni e possibilità nella vita.

É possibile costruire insieme al bambino la favola della propria storia, della relazione terapeutica e il bambino sceglie un personaggio nel quale si identifica e attraverso il quale narrare una storia che parla di sé. Il terapeuta co-costruisce la storia con il bambino, interviene e la storia stessa diviene strumento della relazione terapeutica e del processo terapeutico.

La favola è una narrazione e come tale offre infinite possibilità di lettura e di aperture di senso.

 

Sitografia

https://ilbolive.unipd.it/it/news/gianni-rodari-fiaba-parla-bambino-creatore

http://xoomer.virgilio.it/sito_della_pace/giannirodari_critica06.htm

Ciao, mi chiamo Francesca di Sipio e sono l'ideatrice di questo portale web. Sono una psicologa clinica, psicoterapeuta, analista-transazionale ad approccio integrato, psicologa dello sport. Il mio studio è sul territorio di Chieti-Pescara. Mi trovi sui social, sulla mail ma soprattutto al 3477504713

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