Ecco stasera grazie ad un arricchente confronto con un collega che per me è anche una guida, mi viene in mente lui, Rocky Marciano.
Per chi non lo conoscesse, Rocky è stato uno dei pugili più forti del mondo, campione imbattuto, ha ispirato il celebre film che porta il suo nome, ma soprattutto condivide con noi abruzzesi (e con me in particolare) le origini.
La sua è la felice e tragica storia di figlio di due immigrati, Pierino da Ripa Teatina (Ch)e Pasqualina da San Bartolomeo in Galdo (Bn).
Stasera ho pensato a quante volte è dovuto tornare all’angolo a farsi rinfrescare da mille spugne: ad ogni pressione sul volto, una consapevolezza.
Cosa prova un campione quando torna nell’angolo e ripensa se stesso, l’avversario, l’incontro, il campionato, la carriera, gli affetti, la vita?
Cosa prova un uomo quando avverte l’effetto del colpo?
Credo di saperlo bene da qualche parte dentro di me.
E di certo non perché credo di non essere mai stata battuta come lui.
Ne ho persi di incontri.
Ma in una gara, quella della vita, in cui non è facile capire quale sarà il braccio alzato per la vittoria, nè chi è l’arbitro e le cui regole non sono esplicite o scritte da nessuna parte.
Anzi qualcuna è pure scritta: “Ama il prossimo tuo come te stesso“, ma non è così semplice, chiaro lineare e, in questo gioco, quello della vita, l’arbitro non sta proprio lì a farti notare quando l’hai violata, fosse anche quell’unica regola.
L’arbitro non c’è e se c’è è discreto, il replay in slow motion te lo fai nella tua testa, coi tuoi giudici dell’a posteriori, quei giudici interiori ai quali prima o poi si impara a non concedere la parola.
Ne dà di botte la vita!
C’è poi un bisogno di tornare al centro del ring e ricominciare, ogni volta, colpo su colpo nella costruzione di se stessi.
Perché è questo il campionato a cui mi riferisco e col quale lavoro, sia in modo personale sia quando sto con gli atleti come psicologa: quel campionato in cui ad ogni gesto si costruisce se stessi, la propria identità.
Quella gara in cui un colpo destruttura e ristruttura l’impianto del Sè.
I campioni come Rocky sono icone di quella nobile arte che ispira le nostre scelte piccole e grandi allo stesso tempo.
Ed è quella ispirazione che ci rimette in pedana. Ogni giorno.
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