Quando mi capita di lavorare nei gruppi sono sempre felice.
Il gruppo è un catalizzatore potente di processi intrapsichici e intepersonali.
Il lavoro con i gruppi può essenzialmente essere pensato secondo due modalità:
- il lavoro di gruppo;
- il lavoro in gruppo.
Nel primo caso il terapeuta-conduttore o i terapeuti conduttori (potrebbero essere in due) costituiscono un gruppo che ha una caratteristiche che lo renda omogeneo: l’età dei partecipanti, il tipo di focus (per esempio i gruppi per alcolisti), ecc.
Quell’esperienza inizia in un giorno preciso e si concluderà in un preciso giorno e il terapeuta penserà ad esso come ad una identità precisa che è molto di più della semplice somma delle identità dei partecipanti.
In questo caso si lavorerà attraverso delle attivazioni generali e poi sulle dinamiche che via via il gruppo genererà.
Nel secondo metodo, quello del lavoro in gruppo, esiste sempre una finalità comune e poi esistono tante finalità singole quanti sono i partecipanti. Questo è stabilito nel contratto individuale che ogni membro stabilisce col terapeuta.
Quest’ultimo lavorerà individualmente con ogni singolo e il gruppo avrà il compito delicato e potente di restituire a chi ha lavorato dei feedback costruttivi.
Questo tipo di impostazione permette di entrare ed uscire dal gruppo, ovvero la possibilità che ci sia un turnover dei partecipanti. Questo avvicendamento genera un movimento molto delicato che va attenzionato, curato e promosso perché in ciascun partecipante possano essere solleticati riflessioni, emozioni e ricordi.
Un gruppo è una qualunque aggregazione sociale che abbia un confine esterno e almeno uno interno. (E. Berne, 1963)
La vita di un gruppo tuttavia non inizia col primo incontro, nè tantomeno si conclude con l’ultimo.
Il gruppo esiste molto prima della propria costituzione, perché è in prima battuta un’imago provvisioria nella mente, nel cuore, nelle idee e nelle disposizioni del fondatore e, se i fondatori sono di più tale imago è una fantasia collettiva.
L’ imago è altresì attiva e presente in ogni membro del gruppo, in essa, a seconda delle proprie peculiarità personologiche e biografiche, ciascun partecipante attribuirà intenzioni, aspettative, pensieri, significati consci e inconsci.
La storia del gruppo in parte è già scritta per ciascun membro e sarà competenza del terapeuta l’utilizzo di tutto questo preziosissimo materiale, perché ciascuno possa sperimentare una nuova intimità, attraverso la quale rivedere il proprio copione di vita e maturare nuovi permessi esistenziali, verso quella crescita che è forza vitale, physis, istinto di vita che muove verso un accrescimento armonico di sè con l’altro.
Il gruppo è un prezioso e potente catalizzatore di questo processo.
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