Attraverso l’osservazione porto alla mia attenzione modi di fare di dire di quel cliente e consapevoli oppure no.
Ciò che conta e che osservando, ed è per questo che trovo il lettino obsoleto, imparo, imparando arrivo guardare e guardando entro in contatto.
In questo caso è sempre importante tenere a mente che l’obiettivo del primo colloquio è la conoscenza di dati, informazioni, storia e motivazione dello stesso. Dobbiamo iniziare a farci un’idea circa:
- chi è il paziente-cliente;
- che tipo di trattamento richiede;
- di che tipo di trattamento ha bisogno;
- lo farò io un’altra persona.
La differenza tra il punto due e tre può sembrare banale, invece dal mio punto di vista è sostanziale.
Un paziente venne chiedendo un accesso alla consulenza per dimagrire.
Chiaramente per questo tipo di obiettivo esistono figure professionali qualificate ed è opportuno non sovrapporsi ad esse.
Esplorando tale richiesta, mi accorsi che quel signore, che le aveva provate tutte, si era immaginato che io, con qualche tecnica di influenzamento verbale, avrei potuto aiutarlo a bruciare le calorie che immetteva, motivarlo all’attività fisica e che avrei ridotto la quantità di cibo che egli stesso assumeva.
Dal mio punto di vista, invece, quell’uomo aveva bisogno di esplorare i propri bisogni accogliendo se stesso, fornendosi dei permessi esistenziali e imparare come ridistribuire tra sé e l’altro un corretto equilibrio di responsabilità.
Mi ripeto, l’obiettivo del primo colloquio è l’acquisizione di informazioni tese a pianificare l’eventuale trattamento.
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