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Come conduco un primo colloquio, parte 4

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Come conduco un primo colloquio, parte 4

L’importanza dell’ascolto attivo

Continua la serie di articoli dedicati alla conduzione del primo colloquio. Questo è il 4°.

Ingredienti fondamentali per la conduzione di un colloquio psicologico sono l’attenzione e l’ascolto, focus del training in tutti i primi anni delle scuole di specializzazione e nei master in consulenza.

E così iniziamo ad addentrarci nel profondo incantevole mondo dell’ascolto attivo. Chi ha coniato questo termine ha avuto secondo me un vero e proprio colpo di genio.

Ascolto attivo e quel modo di condividere un colloquio partecipato con il proprio corpo, gli occhi, la voce, il cuore, la mente.

L’ ascolto attivo è innanzitutto rivolto verso se stessi. Ascoltarsi attivamente richiede la consapevolezza di cosa comunichiamo col nostro corpo, cosa proviamo in quel momento e su quale stile comunicativo ci sentiamo più comodi.

Da qui il successivo grado di competenza: le abilità di osservazione dell’altro, grazie ad esse non solo la quantità di informazione che noi possediamo si amplifica, ma in qualche modo offriamo a noi stessi molti più canali di contatto.

Attraverso l’osservazione porto alla mia attenzione modi di fare di dire di quel cliente e consapevoli oppure no.

Ciò che conta e che osservando, ed è per questo che trovo il lettino obsoleto, imparo, imparando arrivo guardare e guardando entro in contatto.

In questo caso è sempre importante tenere a mente che l’obiettivo del primo colloquio è la conoscenza di dati, informazioni, storia e motivazione dello stesso. Dobbiamo iniziare a farci un’idea circa:

  1. chi è il paziente-cliente;
  2. che tipo di trattamento richiede;
  3. di che tipo di trattamento ha bisogno;
  4. lo farò io un’altra persona.

La differenza tra il punto due e tre può sembrare banale, invece dal mio punto di vista è sostanziale.

Un paziente venne chiedendo un accesso alla consulenza per dimagrire.

Chiaramente per questo tipo di obiettivo esistono figure professionali qualificate ed è opportuno non sovrapporsi ad esse.

Esplorando tale richiesta, mi accorsi che quel signore, che le aveva provate tutte, si era immaginato che io, con qualche tecnica di influenzamento verbale, avrei potuto aiutarlo a bruciare le calorie che immetteva, motivarlo all’attività fisica e che avrei ridotto la quantità di cibo che egli stesso assumeva.

Dal mio punto di vista, invece, quell’uomo aveva bisogno di esplorare i propri bisogni accogliendo se stesso, fornendosi dei permessi esistenziali  e imparare come ridistribuire tra sé e l’altro un corretto equilibrio di responsabilità.

Mi ripeto, l’obiettivo del primo colloquio è l’acquisizione di informazioni tese a pianificare l’eventuale trattamento.

L’obiettivo di un percorso di consulenze psicologiche, invece lo sviluppo delle risorse e la consapevolizzazione di esse.

Infine l’obiettivo della psicoterapia è la ristrutturazione della personalità, la guarigione dal trauma, il passaggio verso uno stile di attaccamento più sicuro, una ridecisione sul proprio copione di vita, che permettono un nuovo modo di pensare, agire e sentire se stessi, gli altri e il mondo.

Ciao, mi chiamo Francesca di Sipio e sono l'ideatrice di questo portale web. Sono una psicologa clinica, psicoterapeuta, analista-transazionale ad approccio integrato, psicologa dello sport. Il mio studio è sul territorio di Chieti-Pescara. Mi trovi sui social, sulla mail ma soprattutto al 3477504713

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