L’Analisi Transazionale è l’approccio teorico che ha come padre fondatore Eric Berne, i cui strumenti sono straordinariamente sensibili e comprensibili per spiegare i fenomeni della comunicazione e quelli più complessi che riguardano la psicoterapia e con essa una corposa e solida teoria sulla persona, con assunti epistemologici, teorie e tecniche.
La metafora da Berne utilizzata è quella del Genitore, Adulto e Bambino di cui ho più volte trattato qui.
Maria Teresa Romanini ne arricchisce l’impianto teorico, modificando, grazie ad un’intuizione geniale, la struttura degli Stati dell’Io nella propria disposizione per quanto riguarda i bambini.
L’io reale del bambino è il suo Bambino. Ma allora l’adolescente chi è?
L’adolescente è colui che assolve al grande compito di migrante verso un Io reale Adulto.
L’adolescente vive il complesso stato di chi si trova a compiere un passaggio che non è definitivo, bensì ne segna la spola da un limite all’altro nella prospettiva di capire e costruire un modo nuovo di pensare, sentire, muoversi definire se stesso, gli altri e il mondo.
Questo è il momento in cui si riapre la stesura del copione, ovvero di quel “piano di vita che si basa su una decisione presa durante l’infanzia, rinforzata dai genitori, giustificata dagli avvenimenti successivi, e che culmina in una scelta definitiva” (Berne).
Cosa comporta tutto questo per un terapeuta?
Al terapeuta di un adolescente è richiesto di porsi su una terra di mezzo che può abitare solo a condizione che egli stesso abbia lavorato sull’adolescente che è stato, prendendosene cura o concedendo ad altri di farlo.
Quello che un terapeuta offre al suo giovane paziente è un’esperienza di reparenting, in cui promuove nuovi permessi esistenziali, in un clima protettivo e libero allo stesso tempo.
Il terapeuta aiuta i giovani a crearsi un nuovo vocabolario per le emozioni, lo supporta nel favorire la socialità con i pari, ne ascolta il corpo e lo conduce verso un nuovo rapporto con esso, ne promuove autonomia e pensiero critico.
Il terapeuta non è un genitore, il terapeuta non è un amico.
Il terapeuta per un adolescente è un posto in cui specchiarsi, una persona cui mostrarsi, uno sguardo in cui scoprirsi visti e guardarsi a propria volta.
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