Immaginiamo il comportamento umano classificabile in un serie di atteggiamenti posti su un piano cartesiano con una ordinata che va dal polo dell’odio o meglio dell’ostilità a quello dell’amore e dell’amorevolezza e con un’ ascissa che che polarizzi ad un estremo il controllo e all’altro la libertà.
Ecco che vengono fuori quattro aree.
- In un quadrante pertanto si avrà il controllo ostile, ovvero quei comportamenti di critica distruttiva verso se stesso o l’altro, la pretesa di un raggiungimento di ideale a tutti i costi, il nostro fermarci a fantasticare e a giudicarci senza agire.
- Nell’altro quadrante avremo la libertà ostile, per intenderci è qualcosa di simile ad andare a 250 km/h: mi do libertà in questo modo, ma non di certo protezione. In quest’area possiamo inserire tutti quegli atteggiamenti autolesivi o eterolesivi.
- Quindi si passa al quadrante che vede il nostro comportamento muoversi attraverso una libertà amorevole: il permesso di essere se stessi, felici, il permesso di fallire, il permesso di vincere, di esprimere bisogni ed emozioni.
- Infine abbiamo l’area in cui offriamo a noi stessi un controllo amorevole, in cui diamo o ci diamo un modello, delle regole con delicatezza e comprensione, in cui diamo a noi stessi o all’altro la protezione.
Ecco, la libertà amorevole e la protezione sono le dimensioni del benessere, in un approccio che va verso l’accoglienza anche di aspetti meno accattivanti di noi stessi.
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