Mi capita da un po’ che le persone che seguo in consulenza o psicoterapia abbiano l’esigenza di spostarsi. E’ la vita. Talvolta, a seconda del lavoro che si sta portando avanti in stanza, la necessità però può essere anche quella di mantenere il contatto con lo spazio di terapia, con la terapeuta e con sè all’interno di quella narrazione speciale.
Mi sono pertanto spinta verso il mondo del web come possibile spazio per restare in contatto. In maniera particolare utilizzo Skype.
Mi sono sorpresa nel trovarmi davvero comoda in quel nuovo luogo da abitare insieme, io e il paziente. Uno spazio un po’ meno mio, rispetto alla stanza… Mi spiego, la persona che sceglie di fare questa esperienza ha da fermarsi in un posto riservato.
L’idea di “entrare” così nello stanza della casa in cui si trovano, dell’ufficio, della suite, della camera della casa al mare, della cameretta di quando erano ragazzi, si è fatta esperienza e narrazione.
E’ diventato terreno di esplicitazione di metafore, contenuti, ricordi, sensazioni, emozioni…
Le regole attraverso le quali si può fare un tipo di lavoro simile sono chiaramente riportate dall’Ordine degli Psicologi, a tal proposito ti rimando anche a questo articolo “Consulenza e psicoterapia online” di Massimo Giuliani.
Trovo che se questa esperienza viene pensata e preparata bene con il paziente, possa davvero essere utile ed efficace. Essa però non deve in alcun modo far perdere a quel tempo condiviso il carattere di protezione e riservatezza che merita. A tal proposito, infatti, va esplicitato molto chiaramente che, se in studio la responsabilità della riservatezza è solo mia, su Skype il paziente diventa collaboratore di questo aspetto, co-responsabile con me.
Pertanto, ad esempio, la modulistica che faccio firmare è diversa e contiene aspetti più specifici (vedi “Consenso informato alla consulenza psicologica on line“)
Accompagnare una persona verso nuove prospettive, come psicoterapeuta, per me è un privilegio e una responsabilità, trovare nuovi posti in cui costruire questa relazione e parlarne è senz’altro per me arricchente e stimolante.
Buon lavoro, allora!
Pingback: … quei ragazzi chiusi in casa – psicoterapia-chieti-pescara.it