Quando un bambino arriva nella stanza, dopo il colloquio con i genitori o contestualmente ad esso, gli si chiede di fare un disegno, solitamente un disegno libero.
Il primo dono che il bambino fa a quello spazio, al terapeuta e a se stesso.
Quel dono si chiama Urbild che in tedesco vuol dire qualcosa come prototipo.
“Il primo disegno di un bambino nel nostro lavoro insieme è una specie di presentazione di se stesso. Può essere durante la conversazione più neutrale, ma è sempre una finestra sul copione del bambino”. (Poda, 2007)
Quel dono è il leitmotiv sul quale si costruiranno i significati della nuova relazione che in due si va costruendo. Su quel disegno si dipanerà una storia che accompagnerà i due viaggiatori lungo profondità e altezze dell’esistenza.
Attraverso il disegno il piccolo proietta sulla carta il suo mondo interiore e la modalità in cui è in relazione con l’esterno, in esso sono contenuti gli elementi del copione.
I disegni, ed in modo particolare il primo disegno, per il terapeuta sono uno strumento diagnostico, da utilizzare per sviluppare ipotesi e pianificare il trattamento, esso permette di dare permessi e allargare il copione e di affrontare situazioni critiche.
I disegni possono esprimere le emozioni meglio delle parole o essere validi sostituti di esse, con questo strumento i bambini si aprono e cominciano a riversare nello spazio terapeutico parti profonde e angoscianti, perché dalla loro espressione possano aprirsi nuovi modi e nuovi mondi da abitare in cui sentirsi protetti e liberi.
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