La carta dei diritti umani è uno dei documenti che mi ha maggiormente ispirata come donna, come cittadina, come professionista.
Ne conosco a memoria l’introduzione, su cui ho poggiato molte scelte personali, familiari e professionali.
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Ne sono profondamente convinta e questa convinzione è il prodotto della mia natura con l’incontro di tanti uomini e donne che per questi principi hanno offerto la loro vita e sono diventati per me modello e ispirazione cui tendere.
É legato alla carta dei diritti del fanciullo uno dei miei ricordi più antichi. Ero a scuola, seconda elementare e la maestra Francesca ce ne donò una copia, spiegandoci l’importanza di quel documento.
Ricordo che i colori della copertina erano di un pesco sbiadito e che c’era l’immagine di un bambino con la testa molto grande, colorato come se fosse un acquerello.
Sono certa che quel libretto sia ancora da qualche parte nella mia casa d’infanzia.
Ho quel ricordo, perché l’emozione nell’averlo in mano fu immensa e corroborata dalla presenza della Direttrice che ufficialmente venne a portarlo.
Trovavo e trovo profondamente ingiusto che nel mondo ci siano bambini che soffrono. I bambini soffrono a causa di noi adulti, troppo spesso distratti, lontani, convinti della nostra presunta superiorità, assorbiti dal lavoro e altre volte, le peggiori, violenti, abusanti, sfruttatori, corrotti.
In Italia, per un bimbo italiano (non intendo qui pronunciarmi sui diritti dei bambini non italiani in Italia) molto spesso, quasi sempre, i diritti vengono garantiti, tutti.
O quasi.
Esiste un diritto cui in particolare i genitori non corrispondono dovuta attenzione.
Esso è sancito dall’art. 31
Hai diritto, al riposo, al tempo libero, a giocare e a partecipare ad attività culturali (ad esempio la musica, il teatro e lo sport).
comma 1. Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica.
comma 2. Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale e artistica e incoraggiano l’organizzazione, in condizioni di uguaglianza, di mezzi appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali.
Questi diritti sono spesso violati e capita che l’uno si mangi l’altro e che il bambino che fa tante attività venga privato del diritto al gioco o al riposo.
Il mio caro prof. Scilligo sosteneva che
il gioco è l’università dei bambini.
Il gioco è il luogo in cui avviene un esercizio fondamentale per ogni bambino, in cui il muscolo allenato è la Fantastica, secondo Gianni Rordari.
Cioè la fantasia, quel Bambino Libero, in senso berniano, che ha protezione e permessi per esprimere se stesso, conoscere, creare, liberare tutta l’energia possibile.
Esiste un diritto a tutto questo. Il diritto che questo gioco non sia per forza a premi, ma che anzi tenga presente lo stadio di sviluppo e le inclinazioni naturali del fanciullo.
Esiste un diritto all’attività sportiva, che vuole educare sin da bambini che il corpo può dare grande gioia e che lo sport è disciplina ed espressione, è cooperazione e competizione sana, che ci sono regole e arbitri, allenatori, spogliatoi, gol, punti, classifiche e divertimento.
Invece ancora assistiamo a stili educativi in cui la sedentarietà viene promossa e non scoraggiata.
Esiste un diritto ad usufruire dell’arte: concerti, musei, mostre, libri, cinema, teatro. Sono un diritto perché il cucciolo di essere umano cresca imparando chi è ad ogni colore su una tela e ad ogni voce su di un palco.
Invece ancora la cultura viene ritenuta poco importante dalla politica o un’esperienza da fare da grandi, come se non ci fosse un processo di educazione anche al bello, all’estetica e all’arte.
Noi siamo la generazione di adulti che presto chiederà scusa e porrà rimedio verso questa generazione di bambini cui tale diritto è stato soffocato da un concetto di performace avulso da quello più importante di divertimento e dalla stupida e presuntuosa convinzione che fare sia più importante che stare.
Sappiamo bene infatti che esiste un unico modo di crescere i bambini liberamente, spontaneo e pienamente educativo, quello di basare le nostre azioni sulla convinzione che
la mente è una sola. La sua creatività va coltivata in tutte le direzioni. (G. Rodari)
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