Esiste un modo di cambiare le cose delicato, gentile, impercettibile ai più: osservare.
Una buona osservazione cambia intanto chi osserva, prima ancora che l’osservato e questo la nostra esperienza lo sa, benché magari non abbiamo mai approfondito la meccanica quantistica in proposito.
Allora tornare a questa pratica può essere utile, necessario, interessante per un allenatore.
Ci sono dei passaggi che possono aiutare ad affinare quest’arte:
- Stabilire in modo chiaro per sè cosa si intende osservare, ovvero il fenomeno principale;
- stabilire con quale ragione o obiettivo si osserva quel fenomeno;
- isolare il fenomeno;
- in seguito stabilire cosa è accaduto prima, cosa dopo;
- stabilire il punto di forza nel fenomeno osservato;
- stabilire il punto da potenziare nel fenomeno osservato;
- registrare i pensieri di chi osserva in merito al fenomeno e scriverli;
- leggere i pensieri e “depurarli” da giudizi o parole che chiudono alla possibilità di cambiamento;
- dare una valutazione da 0 a 10 alla possibilità che come allenatore ci si dà di intervenire sul fenomeno;
- domandarsi: “Cosa devo far accadere perché il cambiamento possa essere possibile?“
Un cambiamento è possibile quando ci si offre il permesso e ci si assume il potere di poter intervenire sulla realtà come agenti attivi e modificarla.
Una osservazione buona rende tutto questo possibile, perché la realtà è il nostro miglior alleato, l’unico possibile dal quale partire per realizzare un progetto.
Osservare ci permette di entrare in relazione con il fenomeno, con l’altro e con il nostro sguardo.
“La gioia nell’osservare e nel comprendere è il dono più bello della natura” A. Einstein
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