Esiste un modo di pensare il tempo che è strutturato, efficace, dalla logica della figura-sfondo, che tiene conto degli elementi presenti, tutti sul tavolo da riordinare. Che ne tiene così conto per cui anche quello che non ancora c’è può essere pensato, può avere un suo spazio e un modo per arrivarci.
Pianificare una carriera, una stagione, un match.
Ovvero iniziare un dialogo profondo e quasi trasformiamo che va dal “qui e ora” al “lì e allora” verso quel futuro che esiste solo nella misura in cui lo facciamo comunicare col presente.
Quando il desiderio dialoga con quel particolarissimo strumento di misura chiamato tempo è possibile cominciare a pensare se stessi come in evoluzione.
Per pianificare un allenamento, una stagione o una carriera occorrono:
- conoscenza di sé;
- conoscenza della disciplina;
- flessibilità;
- consapevolezza dei propri punti di forza;
- e dei propri punti di crescita, quelli da sviluppare, insomma.
Ma come fare per pianificare?
1- Comincia dandoti un obiettivo a breve termine (entro i prossimi 3 mesi, il che potrebbe significare anche dopodomani). É importante che l’obiettivo si chiaro, raggiungibile, espresso in forma positiva, col pronome soggetto “Io” davanti.
Mi spiego: se sto gareggiando ai campionati provinciali, non è raggiungibile un obiettivo che mi veda agli interregionali domani.
Non rientrano in questi canoni nemmeno per esempio: “Il mio obiettivo è che l’avversario mi tema” perché il soggetto di questa frase è l’avversario, appunto.
Inoltre espresso al positivo, vuol significare che tutte le negazioni vanno evitate, per esempio: “Smettere di avere paura quando vado in battuta”.
Farlo è semplice: domandati “Cosa voglio di diverso?”… “Sentirmi sufficientemente sicuro quando batto”.
2- Puoi fare lo stesso con un obiettivo a medio termine, per esempio di qui alla fine del campionato;
3- e lo stesso vale per un obiettivo a lungo termine: da qui ai prossimi 5 anni.
Quando stabilisci l’obiettivo prova stabilire se esso è di prestazione o di risultato. La differenza tra i due è che un obiettivo di risultato strizza l’occhio alla gara e il secondo alla performance.
In alcuni momenti di una stagione un pareggio può essere molto strategico o non arrivare alla gara col proprio tempo migliore può portare dei vantaggi in termini tattici o fisici.
Ma ciò che aiuta di più a sentirsi agenti attivi della realtà che viviamo è certamente pensare alla prestazione.
Ci sono ottime prestazioni in gare che si perdono e pessime prestazioni in gare vinte.
La prestazione è la sintesi del nostro percorso e quest’ultimo va curato, amato, progettato, accolto, valorizzato.
Gli obiettivi, poi, possono essere diversi: tattici, tecnici, fisici, relazionali, legati alla personalità che si vuole esprimere come sportivo o come allenatore.
Quando mi capita -e spesso mi capita- di lavorare su questi temi con gli atleti, sono solita chiedere: “A che punto ti trovi da 0 a 10 oggi rispetto al tuo obiettivo?”.
Questo aiuta la persona a pensarci lungo un continuum di espressione della qualità ricercata, per far ciò la premesse è che sia 0 sia 10 sono semplicemente numeri ed essi vanno intesi al netto di moralismi, per cui 0 non significa “Non valgo nulla”. Ma è un “Ho tutto da costruire sotto questo aspetto che sto visualizzando”.
Questo tema ci introduce al cosiddetto self-talk, ovvero alla qualità del nostro dialogo interiore: esso meno coercitivo è, più ci apre a significati ampi, in cui possiamo essere felici.
Perché una cosa che va messa sempre nella pianificazione e è la nostra felicità.
Quella che ci fa amare il gesto atletico, l’ultima vasca, la dieta, il guardare le gare nostre o altrui. É quella felicità che ci fa tenere alta la fiamma della passione, che ci fa sentire privilegiati nel fare quel tipo di lavoro.
Ecco, metti a bilancio la tua felicità!
E allora quando poi ti chiedo: “Alla fine del periodo che hai stabilito come ti troverai rispetto al tuo obiettivo da 0 a 10?”, qualunque numero tu risponda, a questo punto, assume una connotazione nuova: apre a scenari futuri e alla possibilità di creare nuovi modi di essere felice.
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