“La creatività altro non è che un’intelligenza che si diverte.”
A. Einstein
Credo che sia questa la sintesi migliore del processo creativo.
Il primo psicologo che si è occupato di processi creativi è un tipo di nome James, che nel 1890 inzia, con i propri studi, la definizione di una disciplina oggi nota come psicologia.
Per diversi decenni si è creduto che la creatività fosse voce del verbo avere una grande intelligenza.
Gli studi psicometrici in parte smentiscono questa credenza. Anche un’intelligenza normale, ovvero con QI nella norma, può avere buoni processi creativi.
Per decenni si è inoltre pensato che la creatività fosse legata all’emisfero destro, mentre quello sinistro fosse implicato nei processi razionali.
Gli studi neurologici attuali smentiscono anche tale credenza.
Pare infatti che perché si attivi un processo creativo molte parti del nostro cervello debbano essere elicitate, tra cui quelle della corteccia prefrontale. Un po’ come se ci fosse una sinfonia tra aspetti diversi dell’operare neuronale. L’ormone della creatività è la dopamina, presente in chi è creativo ma anche se assunto, come nei pazienti con parkinson, attiva maggiori processi legati alla creatività.
In buona sostanza ci sono ottime notizie per tutti.
Una mente creativa sa analizzare situazioni e generare soluzioni nuove, ovvero lavorare per la realizzazione di strade nuove che siano anche utili può essere possibile per ognuno.
Il pensiero creativo o divergente, per dirla con Bruner, può essere appreso.
Nella mia esperienza personale e professionale scopro e riscopro spesso che un buon lavoro fatto su se stessi genera quella tranquillità e fiducia per cui l’energia psichica – ovvero la direzione della nostra attenzione e coscienza – viene più facilmente orientata verso compiti costruttivi.
Un uomo che ha fiducia in sè, non teme di dire qualcosa di nuovo.
Una donna che si ama, non teme di percorrere una strada nuova.
Ho visto persone inventarsi cose nuove nelle sedute di psicoterapia, a loro bastava che le guardassi pensando che avrebbero potuto farcela.
Penso a Mattia, un arciere che si sta affacciando sul panorama nazionale, penso a Lucia, una donna che ha trovato la gioia di diventare una regista.
Ma questo significa che siamo tutti artisti?
Beh, non credo. Il processo di produzione artistica oltre a richiedere tutto questo, implica uno sguardo avanguardistico, ossessivo -direi- sulla propria attività.
Ecco, per me una buona azione creativa è quella in cui si offrono soluzioni semplici e si pensa le cose e le parole e le relazioni in modo complesso.
Buona creatività a tutti!
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