A volte mi stupisco di me stessa.
Talvolta per la mia leggerezza superficiale. Mi è successo quando al Convegno per Admo, ho visto Luca Calvani.
Quando mi hanno detto della sua partecipazione, con un frivolo senso poco chic e molto radical, ero compiaciuta di me stessa nel non sapere chi fosse. Perché è intellettualmente accettabile non avere idea di chi abbia vinto l’Isola dei Famosi.
Lui arriva, bello, davvero bello, chiede di farci una foto tutti insieme, i suoi occhi profondi, la sua verve da attore. E ti dici: “Mah! Davvero Admo ha bisogno di testimonial più che di testimoni?”!
Poi si avvia la tavola rotonda. Interessante, toccante, completa. E sul finale parla lui, affianco al suo amico stilista, Paolo.
Mi sento subito invasa da un senso di stupore per com’è comunicativo e per quanto lo è mentre parla di vita, per la convinzione con cui ne parla, per quella delicata vicinanza a Paolo che commosso sta al suo fianco. Poi col sorriso si professa convinto di quanto bellezza, successo, visibilità vadano bene, ma anche di come siano secondari in confronto all’opportunità di salvare una vita. E lo dice con occhi ancora più brillanti, autentico e appassionato com’è.
E poi Paolo Ferretti, il suo amico, trapiantato da soli 105 giorni, emozionato, grato, forte dietro tutte le sue lacrime.
Ieri ho imparato che il senso profondo delle cose sta nelle persone e non nelle categorie cui appartengono. Ovvio per molti, non per me.
A tavola poi con loro, ho tastato da Paolo quella discrezione bella, propria degli animi nobili. Mi ha raccontato di come si sia stupito lui stesso della solidarietà riscontrata nel mondo della moda, rispetto al suo percorso in ospedale.
Luca invece, affamato di vita, lo vedevi toccare chi gli stava accanto, ascoltarlo, guardarlo negli occhi. Lo sentivi parlare di sacrificio, attesa e del senso di questi valori nella sua storia.
Ho imparato, io che dovrei essere professionista dell’empatia, l’ascolto, quello vero!
Quell’attore di Beautiful mi ha insegnato anche questo.
Far parte di un mondo come quello dell’Admo è un privilegio: sei in una cerchia di salvati e salvatori e questi ruoli spesso si scambiano. E’ la vita. E’ l’amore.
Abbiamo tutti la possibilità di salvare vite, siamo tutti eroi in potenza. E molto spesso, molto più spesso di ciò che pensiamo, lo siamo anche in atto.
Ogni nuovo iscritto in Admo è la speranza di molte persone.
Per questa straordinaria esperienza ringrazio in Vincenzo tutta l’Admo, ringrazio Paolo, Luca e mio marito Fabio che, pur non avendo trovato un donatore nella banca mondiale dei donatori, ce l’ha comunque fatta!
You must be logged in to post a comment Login