Quello che mi resterà del 2021.
L‘ attesa e la sensazione di commosso sollievo del vaccino.
Per i miei cari fragili prima, poi per me.
La possibilità di rivedere parenti e amici con gusto, gioia e prudenza.
L’acquisto di uno studio tutto per me e i pazienti.
E Massimo Giuliani, il mio supervisore, che viene a farmi visita lì.
Qualche giorno di sollievo in una casa in riva al mare, dono degli amici Valentina e Massimo.
La prima comunione di Camilla e Benedetta.
La morte del mio amato Battiato, che mi ha catapultata verso gli universi immensi seminati in chi cerca la propria anima.
Ho perso in modo tragico Francesca, una compagna del liceo.
L’ho rivista e salutata per l’ultima volta, dopo anni. E non avrei mai voluto.
Ho ammirato con Chiara per un tempo che non so definire la Cappella Sistina. Commossa.
Sono stata ad un concerto intensissimo con mia sorella Simona e mia cognata Federica.
Ho trascorso un ricco tempo con la mia famiglia, i miei nipoti.
“Alice canta Battiato” con le mie amiche-colleghe Melania e Daniela.
Sono stata finalmente al matrimonio di mio cugino Antonio con Marica.
Ho accompagnato Anastasia al primo giorno di scuola: non ero pronta, ma lei sì.
Ho demolito la casa dei miei nonni Annamaria e Vincenzo, per iniziare a costruirne una nuova.
L’arrivo di Dorotea.
Di Alessandra e Annamaria.
E proprio mentre sperimentavo di avere qualcosa da insegnare, proprio mentre mi rendevo capace di avere degli studenti in quell’ateneo che mi ha formata, ho perso il mio professore del Liceo, Carlo Tatasciore. Uomo e docente a cui devo molto, anche della mia scelta di iscrivermi alla Facoltà di Psicologia.
Un grande dolore. Lacrime e riconoscenza. E la voglia di amare ancora di più quello che faccio e di trasmetterne contenuti con passione e responsabilità, prendendo sul serio gli studenti, la loro formazione, il loro futuro.
Proprio come il professore ha fatto con generosità, sapienza, umiltà con me.
Ho conosciuto un artista che mi ha toccato l’anima, Nicola Maria Martino. L’ho ascoltato per un pomeriggio e mi sono persa nei suoi azzurri.
Ho iniziato un nuovo percorso di formazione che durerà molti anni e questo mi dà grinta.
Ho accolto e custodito molte storie, tantissime.
So già che il 2022 avrà delle prove, alcune le conosco, altre no.
Ma l’augurio è quello di conoscere e amare me stessa, mia figlia, mio marito Fabio, la mia famiglia, gli amici, i pazienti, il creato e di scorgervi un segno dell’eterno infinito da cui veniamo e verso cui andiamo.
Fine e principio si toccano, si sfiorano, si confondono, si aprono.
Nel giardino oggi è spuntata una rosa.
Una parola. Una tra le mie preferite.
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