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Redigere progetti sociali

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Redigere progetti sociali

Sintesi del mio intervento presso Ipsias “Di Marzio-Michetti” classi VA SS e V A SC del 17 Dicembre 2020

In questo articolo tratterò della stesura di un progetto sociale di prevenzione.

Quando sul territorio, su un qualsiasi territorio, un professionista sanitario o sociale si muove per l’attuazione di un progetto, si tratta sempre di prevenzione.

Poiché essa può essere di tre tipi:

  • primaria;
  • secondaria;
  • terziaria.

PREVENZIONE PRIMARIA
Ė la forma classica e principale di prevenzione e comprende tutti gli interventi destinati ad ostacolare l’insorgenza delle malattie o disagi nella popolazione, poiché interviene sulle cause e sui fattori predisponenti.

Spesso l’intervento mira a cambiare abitudini e comportamenti, offrendo informazione e rinforzando quello che in Analisi Transazionale chiamiamo lo Stato dell’Io Adulto. Ovvero la parte di noi che processa informazioni e prende decisioni nel qui ed ora, mettendo in atto tutta una serie di azioni di problem solving. Ė quella capacità che chiamiamo comunemente responsabilità, cioè la abilità a dare risposte.

PREVENZIONE SECONDARIA

Ha come obiettivo l’individuazione precoce dei soggetti o delle situazioni ad alto rischio, il fine è quello di intervenire precocemente sul disagio prima che esso generi a cascata effetti dolorosi. In questo periodo possiamo immaginarci la prevenzione secondaria come il restare a casa se si è stati a contatto con una persona affetta da coronavirus e si è in attesa di tempone. Quell’azione argina eventuali effetti domino sugli altri.

PREVENZIONE TERZIARIA

È rivolta a ridurre la gravità e le complicazione di malattie o disagi spesso questo tipo di intervento consiste proprio nella terapia o nell’intervento a piano titolo sul malessere, disagio, sulla malattia o sulla situazione.

Nell’ambito psicologico esso è quesi sempre un intervento clinico, in quanto rivolto al portatore del malessere.

CHI

Ma veniamo a noi: per redigere un progetto innanzitutto bisogna specificare chi è il soggetto proponente: un privato? Una partita iva? Una Onlus? Una Spa? Ė utilità indicare i propri indirizzi ufficiali (per esempio la sede legale) e quelli mail, compresa, se si partecipa ad un bando pubblico la PEC. Nella presentazione va indicato anche chi è il Responsabile del progetto e il referente scientifico dello stesso.
Nel caso di concorso pubblici è importante che esso sia un professionista iscritto ad un Ordine professionale.

COSA

Quindi va indicato il titolo della proposta. Mi piace sottolineare come esso dev’essere sempre originale e pertinente. Poche parole, un’immagine, ma che siano indicative e evocative allo stesso tempo. Qui, pertanto l’ingrediente fondamentale è la creatività. E, lo abbiamo più spesso visto qui, la creatività ha a che fare con le parti di noi che si divertono e che con gioia manipolano come con il Didò la realtà per produrre una novità felice.

DOVE

Quindi si passa all’analisi del territorio e dei bisogni. Il progetto migliore e più dettagliato non serve se non è calato nel territorio. Pensare al territorio e ai suoi bisogni è il secondo passo, il primo è quello di sapere chi è il soggetto. Questo può essere fatto attraverso questionari, focus group, interviste, ricerche. Chi è la popolazione che ho davanti? Ci sono più anziani? Disoccupati? Bambini? Genitori che lavorano? Conoscere la popolazione target permette di sapere anche quali sono i bisogni più importanti cui corrispondere attraverso il nostro progetto.

COME

Alla luce dei bisogni di stabiliscono 3-5 obiettivi da raggiungere attraverso del progetto.

Ad esempio se nell’analisi del territorio emerge la disoccupazione, uno dei bisogni sarà quello di offrire occupazione e uno degli obiettivi potrebbe essere quello di istituire un corso qualificante, ad esempio da pizzaiolo.

QUANDO

Quindi vanno indicate le fasi della realizzazione. Nell’esempio appena riportato, potrebbero essere:

  1. trovare gli spazi adatti;
  2. reclutare docenti di panificazione;
  3. realizzare la stesura di un programma;
  4. dare avvio alla pubblicità;
  5. accettare le iscrizioni;
  6. fare il corso;
  7. far compilare questionari di godimento dello stesso;
  8. analizzare i dati;
  9. esporli e condividerli con la comunista tutta.

La programmazione richiede anche la ricerca di partner per la realizzazione del progetto, l’acquisto di beni, la divulgazione.

Ciascun punto produrrà una voce sulla stesura del bilancio che va fatto in modo professionale e preciso, affinché la rendicontazione sia puntuale.

Dopo tutto questo lavoro avviene quel delicatissimo ed entusiasmante passaggio dai fogli alle persone. Per questo non c’è che un’unica voce su cui puntare, quella che chiamiamo relazioni. Proporsi al mondo professionale che scegliamo di abitare con intelligenza relazionale, che implica voglia di imparare, capaci di fare squadra desiderio di crescere, lettura propositiva dei limiti personali e altrui. Bene tutto questo richiede un grande lavoro, ma su se stessi in primis.

A questo punto io generalmente produco una serie di questionari sul lavoro svolto a tappeto per tutti gli utenti e protagonisti del progetto. Si ricavano in tal modo una qualità di informazioni eccezionale e anche nuovi spunti su cui costruire altri progetti di intervento.

PERCHÈ

Quindi si fa una valutazione dei risultati attesi, ovvero i benefici conseguiti direttamente dagli utenti del progetto attraverso la sua realizzazione e, ove necessario, implementazione.

I risultati sono i fini ere azioni per conseguirli, ovvero tutto quanto descritto sopra, i mezzi.

 

Sitografia

http://www.aulss1.veneto.it/sezione/la-prevenzione-primaria/ /17/12/2020

Questo link per il pdf intervento

Ciao, mi chiamo Francesca di Sipio e sono l'ideatrice di questo portale web. Sono una psicologa clinica, psicoterapeuta, analista-transazionale ad approccio integrato, psicologa dello sport. Il mio studio è sul territorio di Chieti-Pescara. Mi trovi sui social, sulla mail ma soprattutto al 3477504713

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