” La teoria ampia, capace di criticare il metodo da una posizione esterna al metodo protegge da un empirismo che può illudersi di essere indipendente da obblighi etici, con tutti i conflitti che ne derivano.“
P. Scilligo
Esiste una domanda implicita e talvolta esplicita da parte di chi si affida ad uno psicoterapeuta:
la sicurezza di un servizio qualificato, la conoscenza di tecniche precise volte ad un risultato certo.
Quello che rende la psicologia, ed in particolar modo la psicoterapia, una scienza particolare è che fonda la propria responsabilità etica sia su conoscenze cliniche sia su aspetti scientifici e teorici che orientano la clinica stessa.
Il processo virtuoso sarebbe il seguente:
teoria – osservazione clinica – ritorno alla teoria.
La psicometria (lo studio dei test psicologici) e le più moderne neuroscienze (esperimenti di laboratorio) rispondono a quei criteri di empirismo e misurabilità che sono non solo necessari ma che rassicurano ciascuno di noi.
Uno psicoterapeuta studia, conosce tecniche, approfondisce teorie ma in virtù della sua clinica, ovvero di un intuito frutto di anni di preparazione, di lavoro su se stesso, di osservazione, di supervisione, capacità di riflettere e autoriflettere si crea ipotesi che non ha paura di smentire e che tratta come tali: idee, sulle quali non solo è possibile ragionare, ma che è necessario che si modifichino per stare la passo di quel divenire umano che la stessa scienza della psiche ha l’ambizione di studiare e aiutare.
Una visione che non abbia l’oggettivismo come ambizione e assunto implicito assicura un metodo e un modo di fare scienza, scevro da condizionamenti riduzionistici dell’essere umano stesso.
Andiamo verso un’era, anzi già ci siamo, dell’inclusione in cui due istanze apparentemente agli antipodi possono coesistere, anzi coesistono e tra i racconti dei nostri pazienti ne cogliamo il senso e l’utilità.
L’ermeneutica contemporanea apre verso prospettive nuove, in cui la comprensione delle scienze sociali e psicologiche risulta più funzionale, perchè si possa considerare i comportamenti, i pensieri, le emozioni, le relazioni umane come processi in divenire i cui significati sottesi possono dipanarsi nel dialogo.
Possiamo in questo modo sfidare pregiudizi e congetture, prendere le teorie, destrutturarle e creare qualcosa di nuovo. Possiamo prendere i rapporti e i racconti e fare altrettanto.
Per far ciò ovviamente è necessario che lo psicoterapeuta operi in scienza e coscienza, che si sia formato bene, che abbia spazi di terapia e supervisione personali, che continui a studiare e che tratti le sue idee come tali.
Senza mai un approdo, perchè il fascino di Itaca sta nel viaggio!
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