Ecco, riordinare i pensieri che si sono susseguiti in questi giorni in cui sono stata chiamata a riflettere circa il tema delle scelte, non è cosa facile.
Le riflessioni assumono forme diverse e il pensiero si fa ipertestuale… una cosa dentro l’altra, giù infondo e su in alto.
Cosa c’entrano le parole con le scelte? Beh le parole c’entrano sempre per quel senso di modellamento che danno alla nostra esistenza.
Le parole sono come le dita per uno scultore di argilla.
Scegliere di muoverle con cura, allora è fondamentale.
Ci sono parole che liberano significati, altre che li imprigionano.
Come quella volta, quando Anna al nostro primo incontro mi disse : “Io sono la mia famiglia“.
Lei rappresentava così la propria solitudine.
Quella solitudine cui per salvarsi da un padre violento e da una madre ambivalente, si era dovuta rivolgere.
Oggi Anna dice: “Questa è la mia famiglia, questa la mia storia. Non sono più sola“.
Anna si è concessa di perdonare quel padre, di accogliere sua madre com’è.
Anna parla in modo nuovo. Anna è felice.
E le parole c’entrano, se nella nostra relazione, fatta di parole, lei ha cominciato ad usarne di nuove per dire di sè.
Ecco, quindi, che l’intelligenza sceglie, la volontà realizza. In un dialogo di matrice aristotelica l’intelletto ha compiuto quello sforzo che la parte volitiva ha realizzato. Dentro una relazione.
In questo momento realizzo e scelgo di fermarmi qui. Col proposito di riprendere questa complessa narrazione e approfondirne un’altra parte in un altro articolo.
Scegliere le parole è un gesto di ospitalità verso sè, verso l’altro e verso i nostri mondi possibili.
Buona scelta.
Pingback: Sei la scelta che fai (?) –