Faccio una digressione per renderti partecipe di quali strade ha fatto il mio pensiero, prima di diventare questo articolo.
Qualche sera fa facevo anticamera in attesa di discutere un progetto, ero con un collega, psicologo sociale, counselor.
Così tra una chiacchiera e l’altra mi dice: “Certo che i counselor lavorano molto!”.
Considerata la fatica che si fa per entrare nel giusto circuito di invianti come psicoterapeuti, ho riflettuto su questa verità.
Un counselor mediamente lavora di più perché ha una formazione più fresca e, permettimi, più flessibile, ma non in termini di quantità di tecniche, né di efficacia, né tantomeno per padronanza di strategie o metodi.
Un counselor o un coach si vende meglio, tutto qui. E vende meglio anche perché la sua figura non è collegata al concetto di malattia, dolore, depressione, malessere, né tantomeno vincolata da Codici Deontologici (che tutelano tutti: se stessi in primis), ma a quella di un’okness fast, smart and cool.
Per quanto riguarda per esempio il coaching, quelle tecniche quasi ipnotiche con cui si cercano motti di vita, ad esempio, non sono che una milionesima parte di una terapia strategica o cognitiva o comportamentale.
Ma quanta fighettudine c’è nel dire: “Il mio life coach mi dice di…”.
É figo e forse talvolta anche funzionale, ma è solo una parte del lavoro che si può fare per approcciare se stessi e in sé l’altro, gli altri.
Funzionano ‘sti coach e funzionano ‘sti counselor. Ha ragione il collega!
Allora qualche riflessione anche su noi psicoterapeuti tocca farla.
Noi che facciamo di comunicazione e relazione il nostro pane quotidiano, ci siamo persi qualche pezzo!
Basterebbe che lasciassimo passare di più il messaggio che uno di noi è counselor, coach, psicologo e anche di più. Che è una matrioska! Ma autentica in ogni sua parte.
Siamo lettori attenti di dinamiche profonde, specchi in cui guardarsi, sguardi con cui accogliersi, metafore con cui spiegarsi.
Lo psicoterapeuta è un professionista che per definirsi tale oltre ad aver studiato molto, ha lavorato su se stesso, non tanto in modo da diventare perfetto per aiutare gli altri (quella mi pare si chiami Onnipotenza!), quanto per abbracciare se stesso nelle sue fragilità, anche per aiutare l’altro a fare la stessa esperienza.
Uno psicoterapeuta è un esperto di strutture.
Quindi, se per ristrutturare casa tua, ti affidi a ingeneri edili aperti, piuttosto che a un manovale, quanto di più mi piacerebbe che passasse il messaggio che per la tua persona, per te stesso, prendessi le stesse scelte sagge e protettive (ah, questo una buona psicoterapia insegna a farlo!).
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