Un arbitro è un atleta con un ruolo certamente importante, decisivo, specifico e di responsabilità. Pensare quindi alla formazione del direttore di gara significa pensare ad un insieme di fattori che spaziano dai tecnico-tattici, a quelli fisici e psicologici. In questa sede ci occupiamo dei fattori psicologici, su di essi si riesce a intervenire in maniera attiva ed efficace, laddove si attenzionano tutti i processi (cognitivi, emotivi e percettivi) sottesi al ruolo arbitrale.
Secondo Alberto Cei, essi sono:
- La gestione di sé: lo psicologo sostiene una programmazione dell’esperienza arbitrale in cui il direttore di gara senta che con impegno, disciplina e pensiero positivo migliorino sia le performances in campo sia la padronanza del proprio ruolo (vedi punto 2). Lo psicologo aiuta a promuovere negli atleti una personalizzazione di sè nella gara in cui i talenti vengano allenati e dicano molto di chi in campo li esprime.
- Gestione del ruolo arbitrale: lo psicologo sa aiutare l’arbitro a pensare in modo strategico non solo la gara ma anche se stesso, educando e orientando il potere decisionale derivante dal ruolo. Da esso, infatti, si generano: 1. la protezione dei giocatori; 2. il rispetto degli avversari; 3. la garanzia della spettacolarità del gioco; 4. un’autorevole comunicazione con tutte le parti in campo (società, colleghi, giocatori e persino il pubblico). Questa modo di pensarsi organico, complesso nel senso più ampio e utile del termine, produce effetti di potenziamento dello sviluppo della propria carriera.
- Gestione delle informazioni: uno psicologo può allenare nell’arbitro l’information processing, ovvero la capacità di processare più informazioni derivanti dai diversi stimoli attenzionati, distinguendo tra informazioni necessarie e superflue. Un altro tipo di informazione da gestire è la “temperatura emotiva” in campo, che potremmo definire come, la capacità di valutare il pressing agonistico in campo, le dinamiche emotive legate sia ai fattori interni alle società e alla squadra sia a quelli campanilistici ma anche, ovviamente, a quelli derivanti dalla classifica. Imparare a tenere conto di ciò, significa prevenire situazioni di “crisi” in campo e agire in modo efficace e sicuro.
- Gestione dello stress: lo psicologo può offrire supporto e strumenti. perché il direttore di gara mantenga alto il livello di concentrazione, anche quando la gara è calda, anche quando il pubblico fischia, la panchina incalza e quando è assalito dalla preoccupazione per una decisione in un caso dubbio.
- Gestione dei rapporti interpersonali: sapere comunicare è la conditio sine qua non dell’arbitraggio. Lo psicologo aiuta e sostiene e il direttore di gara verso uno stile di comunicazione personale, efficace, direttivo quando serve, aperto se necessario, rapido sia in campo e sia fuori dal campo, quando ci si misura anche con l’osservatore!
Passi possibili verso l’essere “arbitri di se stessi” in primis. Buon lavoro!
Bibliografia
- A. Chevallon, LA PREPARAZIONE PSICOLOGICA DELLO SPORTIVO;
- C. Robazza, Laura Bortoli, G. Grammaccioni, LA PREPARAZIONE MENTALE NELLO SPORT;
- S. Benedetti, S. Landi, LO PSICOLOGO DELLO SPORT NELLA SCUOLA CALCIO;
- A. Cei, MANUALE DI PSICOLOGIA DELLO SPORT;
- L. H. Smith, T. M. Kays, SPORTS PSYCHOLOGY FOR DUMMIES;
- C. Robazza, Laura Bortoli, La percezione dello stress in arbitri da pallavolo (articolo);
- F. Lucidi, L’autoefficacia permette di prevedere la prestazione arbitrale nel calcio? Uno studio longitudinale condotto attraverso Modelli di Equazioni Strutturali (articolo).
Sitografia
http://www.ceiconsulting.it/it/publications/articles/doc002.pdf
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