Verso la fine del XIX secolo Coubertin re-istituisce i giochi olimpici.
La storia insegna che nell’antica Grecia tra il 776 e il 393 dC la cerimonia dei Giochi Olimpici si svolgeva ogni 4 anni ad Olimpia, appunto, con l’intento di celebrare i valori sportivi e quelli religiosi e questi erano così importanti che rappresentavano anche un momento di tregua dalle guerre.
Pierre de Coubertin ne intuisce pertanto il valore umano e politico in un periodo in cui le identità nazionali, in particolar modo in Europa, si andavano creando e consolidando.
Lo sport avrebbe permesso di vivere l’appartenenza nazionale in modo che la pace potesse essere non solo tutelata, ma anche promossa.
E con la pace la fratellanza, nella sublimazione degli istinti al combattimento e all’agonismo tipici anche della nostra specie.
In questa pandemia i Giochi siano un segno di speranza,
un segno di fratellanza universale all’insegna del sano agonismo.
Papa Francesco
Allora oggi appare importante celebrare il ruolo fondamentale dei valori legati allo sport, perchè non ci sia solo tolleranza tra un atleta e un altro, tra una persona e un’altra, ma fratellanza, ovvero una accoglienza piena, un’appartenenza sincera al di là della nazionalità, della religione, dell’orientamento sessuale, della razza e quella umanità sogna, lotta, sceglie.
Ne abbiamo un gran bisogno.
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